Monastero di San Benedetto

LA STORIA

Il Monastero di San Benedetto in Monte sovrasta l’antica città di Norcia, luogo di nascita di san Benedetto, fondatore del monachesimo occidentale.

La città natale di san Benedetto ha esercitato un certo fascino per quanti erano incuriositi dal cammino stabilito dalla regola del grande santo. Immersi nella pace e nella bellezza degli imponenti monti Sibillini, i monaci per più di quindici secoli hanno combattuto la battaglia spirituale per la propria salvezza, pregando allo stesso tempo Dio per coloro che vivono in città.

La comunità dei benedettini che vive qui oggi, spesso conosciuta nel mondo semplicemente come “i monaci di Norcia”, aderisce all’antica osservanza della Regola di san Benedetto. I monaci stanno costruendo un nuovo monastero sul fianco della montagna dove cercano di vivere una vita dedicata esclusivamente a Dio.

I monaci stanno ricostruendo un convento monastero del XVI secolo in rovina, che si affaccia sulla valle di Santa Scolastica. L’antica chiesa del complesso è l’unica, nonostante i gravi danni subiti, ad essere rimasta in piedi a Norcia in seguito al terribile terremoto che ha colpito la città nel 2016.

Nel 2019, dopo aver scavato le fondamenta e cominciato a costruire i muri della loro nuova casa, i monaci hanno aggiunto un motto allo stemma del monastero: Nova Facio Omnia. La frase, contenuta nel libro dell’Apocalisse, si riferisce alla Nuova Gerusalemme in tutto il suo splendore e sottolinea ciò che Cristo fa per tutti coloro che cooperano con il Suo progetto: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose!”

Dove si trovano e a che ordine appartengono

Si trova a Norcia e appartengono all’ordine dei monaci benedettini.

Curiosità

Nel Medioevo i monaci benedettini furono tra i primi “professionisti” nel campo della produzione di birra. I monaci erano tra i pochi a saper leggere e scrivere; annotavano e studiavano l’arte della birra in un’epoca in cui produrre la birra era una comune attività per tutte le famiglie che vivevano in un contesto rurale. A differenza dei semplici contadini, inoltre, i monaci benedettini potevano dedicarsi quotidianamente alla produzione e avevano una gran quantità e qualità di riserve di cereali a disposizione.

Il patrono dei birrai è Sant Arnould, un benedettino fiammingo che fu vescovo e passò gli ultimi anni della sua vita in un’abbazia di Oudenburg, dove morì il 15 agosto 1087. Sant Arnould si conquistò il consenso e la gratitudine dei birrai quando, in tempi di epidemia, incoraggiava i fedeli a bere birra per resistere alle malattie.

Secondo alcune fondate ricostruzioni l’uso del luppolo nacque proprio all’interno dei monasteri. I benedettini erano monaci coltivatori per eccellenza ed erano pressoché gli unici a poter praticare le coltura a rotazione triennale che richiede la coltivazione del luppolo. Non deve sorprendere quindi che siano stati proprio alcuni monaci benedettini a introdurre l’uso del luppolo dando così origine attorno al X secolo alla birra.

La Birra

Nel 2012 i monaci benedettini del Monastero di S. Benedetto a Norcia hanno dato vita a Nursia, un’impresa che oggi, sette anni dopo, produce circa milleduecento litri di birra al mese, esportando anche negli Stati Uniti e in altri paesi. In linea con la grande tradizione benedettina, l’idea di dedicarsi alla produzione di birra nasce dall’esigenza dei monaci di autosostenersi e di trovare un modello di vita sostenibile in cui la contemplazione e la preghiera si accompagnino all’umile e quotidiano lavoro.

L’abbazia era disabitata dal 1810, chiusa a seguito di alcune direttive napoleoniche, è stata riaperta solamente nel 2000 per volere di Padre Cassiano, un monaco originario dell’Indiana. Attualmente, soprattutto grazie all’attività di produzione birraia, la congregazione di Norcia è giovane, vivace e internazionale, con monaci provenienti dall’America Latina, dagli Stati Uniti e dall’Asia.

Tutte le entrate derivanti dalla birra servono a sostenere le attività di preghiera e la vita evangelica in generale, che significa anche dare appoggio e aiuto ai pellegrini e ai poveri della zona. Dopo il terribile terremoto del 2016, inoltre, i ricavati sono destinati alla costruzione di un nuovo monastero fuori dalle mura, complementare a quello già esistente e anti-sismico, che possa essere la casa della comunità monastica di Norcia nei secoli a venire.

Le caratteristiche di questa birra è il suo colore marrone con riflessi amaranto e una schiuma cremosa, compatta e consistente. Il suo aroma è caratterizzato da un sapore di lievito fresco e frutta fresca, con l’aggiunta di cacao. Questa birra dal gusto deciso e intenso è data dall’aroma del malto con note di caramello e liquore completato da una finitura asciutta e calda di pepe. La Birra Nursia è prodotta in esclusiva dai monaci con l’acqua che sgorga dai Monti Sibillini nella valle di Norcia.

 
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